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Vini al primo posto nell’elenco dei prodotti imperdibili in tavola per chi arriva a Stradella, ma la città vanta anche eccellenze agroalimentari e ricette storiche che le conferiscono una spiccata identità. Partendo dalla storia, qualche curiosità. Nel suo “Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna” (prima edizione Torino, 1933), Goffredo Casalis segnala come nella tenuta Badia del conte Arnaboldi, a quel tempo amministrata dal Depretis, si producesse formaggio “alla foggia di quello di Lodi” e degna di approfondimento, forse anche di rinnovata applicazione, la ricetta del Pollo alla Stradellina così citata nel volume “Gastronomia Pavese” di P.M.Brunetti – G.Nicosia (Renato Giardini Editore, Pavia, 1965 – p. 336): “ Napoleone Bonaparte, primo console, alla sera dell’adunata d’Italia, si fermò a Stradella e domandò una fricassea di pollo al suo cuoco, il quale, mancando di quanto occorreva per cucinare secondo la ricetta usuale e urgendo l’affare, adoperò l’olio invece del burro, e Bonaparte, che era di buon umore e aveva una fame da lupo, trovò la fricassea eccellente. D’allora in poi il piatto fu considerato come una cosa squisita; ma è assai probabile che la ricetta sia stata perfezionata e sia ora quindi ben diversa da allora. Il pollo che si dice alla Stradellina è cotto a pezzi, con l’olio d’oliva fino, sale, pepe, tartufi, erbe aromatiche, e dopo la cottura vi si aggiunge una salsa composta di gelatina e vin di Broni o di Canneto incorporati nel burro rosolato con cipolletta e farina”. Arrivando a tempi più recenti e all’attualità, nell’Elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) della Regione Lombardia dall’aprile 2013 compare il Salame Nostrano di Stradella, che, dal luglio 2012, è anche una della quattro De.Co. riconosciute e deliberate dal Comune. Le De.Co. stradelline comprendono, oltre al Salame Nostrano, il Miccone di Stradella, la Pancetta con cotenna e la Torta La Torre.