Pietro Delfitto

Nasce a Pavia il 5 Giugno 1933 e trascorre la sua infanzia ad Arena Po (PV), mostrando fin da bambino un precoce ed innato senso artistico; inizia con la manipolazione della creta, e sviluppa successivamente tecniche pittoriche che esprimono la sua creatività in particolare, oltre che nelle tele, nell’affresco a muro. Ha frequentato la scuola “Il Castello” di Milano e fatti propri gli insegnamenti dei Maestri Professori Mantica, Moro, Usellini, Pozzi e Aldo Carpi, dai quali ha appreso la maestria della tecnica, mentre, allievo di F. Messina ha imparato l’arte della ceramica, della creta e della scultura. Le esperienze successive, verso la maturità artistica, hanno spaziato anche alla sceneggiatura in diversi teatri. Parimenti ha stretto rapporti di amicizia con i maestri Cascella ed Annigoni, con i quali ha condiviso esperienze artistiche molto significative e formative, eseguendo in equipe diversi lavori ad affresco, sia in edifici sacri, che civici. Dopo numerosi successi personali ottenuti nelle esposizioni nazionali di Milano, Novara, Firenze, Piacenza, Portofino, raggiunge anche notorietà a livello internazionale. A tal proposito si ricordano l’esposizione alla Washington Gallery del 1971 che gli valse il plauso della critica del Washington Post ed il ricevimento da parte del Presidente R. Nixon, al quale donò una tela raffigurante “La vittoria della Pace sulla Guerra”. Parallelamente alla crescita artistica cresce l’impegno personale in ambito sociale, tramite la partecipazione a numerose iniziative collettive e personali, in cui rende disponibile il suo genio artistico. Dal 1980 si dedica fervidamente alla realizzazione di opere sacre tanto che, nel 1994, il Comune di Milano, gli conferisce il 1° Premio di Arte Sacra, in virtù di una forte e salda fede cristiana che lo ispira nelle rappresentazioni artistiche a tematica religiosa; molte opere sono collocate in diverse parrocchie d’Italia, quali, ad esempio: la Pala raffigurante Santa Rita nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia, la Pala del SS. Cuore, dedicata al Cristo, sita nella Chiesa di San Giorgio a Portofino (GE), i Pannelli dedicati al Figliol Prodigo presso la Parrocchia S. Maria Nuova a Madonna di Campiglio (TN), la Pala “Cena in Emmaus” presso la Parrocchia di Zinasco Vecchio (PV), la Pala dedicata al Beato Don Orione collocata presso la Parrocchia di S. Pietro a Voghera (PV). Nel 1990 la sua fede viene rinsaldata ancora di più dall’incontro con Sua Santità Giovanni Paolo II, che inaugura una pala d’altare a lui dedicata nella Collegiata di Castelsangiovanni (PC). Oltre al soggetto sacro le tematiche preferite indulgono all’agreste, rappresentando frutta e prodotti della terra che si avvicendano stagionalmente nelle fatiche dell’uomo, il cui ritratto, altro tema a lui caro, viene integrato e raffigurato con tratti forti e spigolosi, dovuti al duro lavoro dei campi, ma ammorbiditi dalla tecnica pittorica utilizzata e dall’uso della luce. Questo elemento ispiratore per il colore ed i cromatismi, avvolge i soggetti ed i paesaggi, mescolando gli stessi colori, a volte in contrasto, in un effetto finale quasi diafano ed innaturale. Nel 1996 riceve in comodato d’uso, direttamente dalla Curia Vescovile di Tortona (AL), la Chiesa di Parpanese, nel comune di Arena Po, intitolata a San Gorgonio, luogo di culto eretto sull’antica Via Francigena. L’artista ritorna alle origini, sulle rive del Po, fiume che ha sempre portato nel cuore, tema caro raffigurato in diverse sue opere. Nella ristrutturazione ed affresco della Chiesa di San Gorgonio, che lo impegnerà fino alla sua morte, si sviluppa il suo miglior estro creativo che si realizza nell’esecuzione di una Via Crucis in cemento ed una serie di affreschi di rara potenza espressiva. I lavori, purtroppo, si interrompono il 3 luglio 2006 con la sua prematura scomparsa, lasciando una lacuna che l’Associazione “Amici di Pietro Delfitto”, nata successivamente, tenta di colmare, e il cui scopo principale è la promozione del ricordo della sua intensa opera poliedrica tesa, nella potenza, nei colori, nella forza della Fede, a ricordarci di amare la vita e l’arte in tutte le sue forme.