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Nota in tutta la Lombardia è la Cassoela, composta da carni prevalentemente di maiale e verze. La variante locale, in Oltrepò, è il Ragò, che non necessariamente è composto da maiale ma spesso da anatra. Nella vicina Lomellina, sempre in territorio pavese, il ragò si fa con l’oca. A dominare su tutti le carni come scelta privilegiata è però il maiale, che diventa parte del Ragò nelle sue parti meno nobili (piedini, musino, coda, orecchie, cotenne). Di rigore la verza. La ricetta è invernale, sia per il grande apporto calorico che garantisce sia perché proprio a novembre si procedeva un tempo all’uccisione del maiale e alla raccolta delle verze che crescevano in tutti gli orti. Legato alla stagione è anche l’uso dei ceci, secchi e fatti rinvenire, combinati sempre con il maiale e, con l’aggiunta di pane raffermo, in una zuppa oppure con la pasta. Numerose le simbologie di entrambe le portate. I ceci, ad esempio, legume tipico insieme con i fagioli e le fave del cibo monastico, stanno a significare purezza ma, in occasione del 1° e del 2 novembre, sono considerati come doni da offrire alle anime dei morti e dei santi di ritorno per un giorno dall’Aldilà. Le parti residuali del maiale, quelle che non entrano nella macellazione, sono anch’esse destinate simbolicamente ai defunti.