GIUSEPPE MOTTI

Giuseppe Motti nasce ad Arena Po nel 1908. A Milano frequenta i corsi all’Accademia di Brera. Sul finire degli anni venti si formano in Italia gruppi di giovani artisti la cui ricerca innovativa si dirige e si rivolge fuori dalle indicazioni dei maestri di “Novecento”. Motti si accosta al gruppo dei chiaristi, li frequenta, stringe rapporti di amicizia con Lilloni. Ma presto la sua vocazione lo condurrà a percorrere altre strade. Il rapporto dell’artista con la sua terra e la sua gente non è soltanto di ordine sentimentale. È un pensiero costante che ha radici più profonde. È una realtà che fa parte della sua natura di uomo e di artista. Il suo compito è quello di rappresentarla con una immagine segnata dalla sua presenza e partecipazione. Dopo la fine della guerra partecipa al movimento realista, ne diventa animatore, e con gli amici del gruppo che fa centro a Milano alla Galleria Borgonuovo, s’impegna fervidamente nella ricerca di una nuova espressività, sempre desunta da precisi riferimenti e rapporti col mondo reale, che lo porterà attraverso varie esperienze formali alla maturazione di una singolare e personale qualità pittorica. La letteratura su Motti e la sua opera è vastissima, ed anche i riconoscimenti non sono mancati, nonostante la situazione d’isolamento che l’artista ha sofferto forse a causa dell’intransigenza morale delle sue scelte. Dagli anni settanta si sono susseguite alcune importanti mostre antologiche. Dalla Rotonda della Besana di Milano, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, alla Casa del Mantegna di Mantova, a Jesolo, e poi a Londra, Varsavia, Berlino, Parigi. La vicenda di Motti si chiude con la sua morte avvenuta a Milano il 15 aprile 1988.